Friday, January 28, 2011

Film: Uomini di Dio



Ieri sera ho visto questo film, racconta la vera storia di otto monaci francesi che sono vissuti in perfetta armonia con la popolazione mussulmana, in un monastero tra le colline dell'Algeria. Un'armonia fatta di aiuto, rispetto, voglia di conoscere l'altro, la non imposizione della religione cattolica, ma l'ascolto e l'apertura verso chi ha un modo di arrivare a Dio diverso dal loro.
Ben sottolineato il concetto del dono gratuito di se, un donarsi senza pretendere nulla in cambio.
Questo equilibrio, venne rotto dal terribile e spietato integralismo religioso scoppiato in quella regione, il quale portò al sacrificio dei monaci che pur di rimanere vicini alla gente del luogo decidono di rimanere li e affrontano con coraggio giorno per giorno, pur sapendo che il loro ultimo dono sarà la loro vita stessa.
Narrazione realistica, non romanzata, ma soprattutto non vi sono prese di posizione da parte del regista, il quale lascia allo spettatore la possibilità di trarre una propria riflessione sui fatti.
Toccante la lettura del vero testamento di Padre Christian De Chergè, priore dell'Abazia di Tibihrine, il quale scrisse alla famiglia, nella consapevolezza del suo destino.
Vi riporto qui sotto il testo, queste parole dovrebbero far riflettere tutti noi...


Se mi capitasse un giorno - e potrebbe essere oggi - di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia, si ricordassero che la mia vita era “donata” a Dio e a questo paese.
Che essi accettassero che l’unico Signore di ogni vita non potrebbe essere estraneo a questa dipartita brutale.
Che pregassero per me: come essere trovato degno di una tale offerta?
Che sapessero associare questa morte a tante altre ugualmente violente, lasciate nell’indifferenza dell’anonimato.
La mia vita non ha valore più di un’altra. Non ne ha neanche di meno. In ogni caso non ha l’innocenza dell’infanzia.
Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male che sembra, ahimè, prevalere nel mondo, e anche di quello che potrebbe colpirmi alla cieca. Venuto il momento, vorrei poter avere quell’attimo di lucidità che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio e quello dei miei fratelli in umanità, e nello stesso tempo di perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito.
Non potrei augurarmi una tale morte. Mi sembra importante dichiararlo. Non vedo, infatti, come potrei rallegrarmi del fatto che questo popolo che io amo venisse indistintamente accusato del mio assassinio.
Sarebbe pagare a un prezzo troppo alto ciò che verrebbe chiamata, forse, la “grazia del martirio”, doverla a un Algerino, chiunque sia, soprattutto se egli dice di agire in fedeltà a ciò che crede essere l’Islam.
So di quale disprezzo hanno potuto essere circondati gli Algerini, globalmente presi, e conosco anche quali caricature dell’Islam incoraggia un certo islamismo. E’ troppo facile mettersi la coscienza a posto identificando questa via religiosa con gli integrismi dei suoi estremismi.
L’Algeria e l’Islam, per me, sono un’altra cosa, sono un corpo e un anima.
L’ho proclamato abbastanza, mi sembra, in base a quanto ho visto e appreso per esperienza, ritrovando così spesso quel filo conduttore del Vangelo appreso sulle ginocchia di mia madre, la mia primissima Chiesa proprio in Algeria, e, già allora, nel rispetto dei credenti musulmani.
La mia morte, evidentemente, sembrerà dare ragione a quelli che mi hanno rapidamente trattato da ingenuo, o da idealista: “Dica, adesso, quello che ne pensa!”.
Ma queste persone debbono sapere che sarà finalmente liberata la mia curiosità più lancinante. Ecco, potrò, se a Dio piace, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i Suoi figli dell’Islam così come li vede Lui, tutti illuminati dalla gloria del Cristo, frutto della Sua Passione, investiti del dono dello Spirito, la cui gioia segreta sarà sempre di stabilire la comunione,giocando con le differenze.
Di questa vita perduta, totalmente mia e totalmente loro, io rendo grazie a Dio che sembra averla voluta tutta intera per questa gioia, attraverso e nonostante tutto.
In questo “grazie” in cui tutto è detto, ormai della mia vita, includo certamente voi, amici di ieri e di oggi, e voi, amici di qui, insieme a mio padre e a mia madre, alle mie sorelle e ai miei fratelli, e a loro, centuplo regalato come promesso!
E anche te, amico dell’ultimo minuto che non avrai saputo quel che facevi. Sì, anche per te voglio questo “grazie”, e questo “a-Dio” nel cui volto ti contemplo.
E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in Paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due.
Amen! Inch’Allah.
Algeri, 1° dicembre 1993
Tibihrine, 1° gennaio 1994


Wednesday, January 26, 2011

Come posso dimenticarti?
Nel tuo silenzio
so che tu mi vuoi bene.
Anche tu,
quando io taccio,
sai che te ne voglio.
Sei la mia seconda anima.
Entra nel segreto del tuo cuore
e osserva in esso 
il tuo amore per me:
vi scorgerai 
il mio per te.

Sant'Anselmo d' Aosta



Ho appena trovato questo pensiero, di Sant'Anselmo d'Aosta, su internet, lo trovo bellissimo e toccante. Una dolce poesia! Voglio condividerla con tutti quelli che andranno a leggere il mio blog.

Thursday, January 20, 2011

Dolore

Incredibile come il dolore dell'anima non venga capito. Se ti becchi una pallottola o una scheggia si mettono subito a strillare presto-barellieri-il-plasma, se ti rompi una gamba te la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno le medicine. Se hai il cuore a pezzi e sei così disperato che non ti riesce aprir bocca, invece, non se ne accorgono neanche. Eppure ildolore dell'anima è una malattia molto più grave della gamba rotta e della gola infiammata, le sue ferite sono assai più profonde e pericolose di quelle procurate da una pallottola o da una scheggia. Sono ferite che non guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare.
(Oriana Fallaci)

Wednesday, January 19, 2011

MONDO PER SOLI UOMINI

Viviamo in un mondo in cui da sempre il potere e la libertà appartine agli uomini. Sembra una frase fatta, ma è così e purtroppo me ne sto rendendo conto sulla mia pelle.
E' una cosa strana che una donna di 31 anni non abbia ancora un marito, che abbia un lavoro e si mantenga, che voglia viaggiare e viaggia da sola. Non è normale che abbia un cervello e che sia una persona a prescindere dal fatto che sia amogliata o meno.
Nonostante il fatto che abbiamo varcato la soglia del terzo millennio già da un pò, certe idee non cambiano.
Mi è stato detto che è molto strano che una ragazza della mia età, prenda e se ne vada sola per il mondo per due settimane. Molti si sono chiesti perchè non sia sposata. Ma mi chiedo, perchè dovrei farlo tanto perchè tutti lo fanno, se non ho ancora trovato una persona con cui valga veramente la pena dividere il cammino?
Perchè per avere rispetto dovrei avere un uomo al mio fianco?
Chi è intelligente dovrebbe capire che ogni singola persona, donna o uomo, è un miracolo e brilliamo tutti di una luce meravigliosa anche se siamo soli.
Se si ha la fortuna di incontrare veramente un'altra persona con la quale si è in sintonia, allora queste due luci ne formeranno una sola. Ma la vita è solo una e perciò va vissuta al meglio e non ci si deve mai accontentare quando di mezzo ci sono i sentimenti e le scelte di una vita. Mia madre mi dice sempre:"Nei sentimenti bisogna essere egoisti, mai accontentarsi!" Le do ragione!
Non mi sento una donna senza speranze o con un handicap solo perchè sono single. Certo, vorrei anch'io condividere la mia esistenza con qualcuno di speciale, ma se questo qualcuno ancora non c'è perchè dovrei rinunciare a vivere?

Tuesday, January 18, 2011

Delusione!!!

Ci sono dei momenti in cui non so spiegarmi ciò che la vita mi propone; è come vivere un incubo e non riuscire più a svegliarsi! Quante volte mi hanno insegnato che nella vita non bisogna mai ascoltare gli altri, che bisogna andare avanti a testa alta e combattere per le proprie convinzioni, che bisogna essere coerenti con le proprie idee e avere il coraggio di portare avanti i propri ideali, rimanendo fedeli ai propri valori. Mi hanno sempre detto di essere sincera, anche se la sincerità può essere fastidiosa
Ho combattuto anni per riuscire a non farmi influenzare dalle opinioni delle persone che mi circondano; qualcuno mi ha ripetuto milioni di volte che non dovevo essere insicura e che non dovevo badare alle chiacchere. Peccato che spesso chi "predica" bene è il primo a sbagliare e questa è proprio una brutta delusione!
Gandhi diceva: "Vorrei che tutte le culture del mondo potessero circolare liberamente attorno alla mia casa. Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mia esistenza." Mi trovo pienamente d'accordo con questa affermazione. Poche persone riescono a metterla in pratica, voglio credere di essere una di quelle.
 Non sopporto che la mia vita venga influenzata da stupidi pettegolezzi o pregiudizi, che il mio modo di vivere venga influenzato dalla malignità e dall'invidia di chi mi circonda, ma soprattutto non capisco chi si rifugia dietro a mille scuse, pur di non trovare la forza per affrontare con coraggio ciò che pensa.
Molte volte mi sembra di essere tornata nel Medioevo, dove si dava la caccia alle streghe, dove chi osava esprimere le proprie idee e teneva fede alle proprie opinioni veniva messo alla gogna, oppure a quelli che osavano andare contro al ben pensare veniva condannato per stregoneria e bruciato sul rogo.
Questo tipo di mondo non mi piace, penso che non sia cambiato nulla. Sono passati secoli, ma l'ignoranza è sempre la stessa, è come un cancro che ti divora e pochi riescono a salvarsi, pagando la salvezza a caro prezzo. Non c'è più il rogo o la gogna, ma c'è qualcosa di ancora più terribile, una malvagia tortura psicologica che ti spinge ad impazzire se non sei sufficientemente forte per resistere.
Non mi spiego tante cose! Ci reputiamo illuminati ed invece siamo nel buio più totale. Incolpiamo gli altri per non vedere le nostre paure, noi stessi siamo le nostre paure più profonde. 
Ci sono tante persone che per timore sacrificano gli altri, devono salvare la faccia davanti al mondo! Ma ora mi chiedo, chiedo a voi che non osate difendere i vostri pensieri e le vostre idee:"Come fate a guardarvi allo specchio senza vergognarvi di voi stessi? Come fate a vivere fingendo che tutto vada bene, quando invece in fondo al vostro cuore siete tormentati? Con quale coraggio osate predicare per un mondo migliore, quando voi per primi dimostrate il contrario?".
Si fa fatica ad essere coerenti con i propri valori, ma non c'è niente di regalato a questo mondo, si deve solo scegliere se essere coraggiosi o vigliacchi.
Io lotto con tutte le mie forze per essere coraggiosa, perché non riuscirei a vivere nella menzogna, anche se questo mi porta ad avere delle sofferenze. Non voglio vivere nel segreto, perché non ho niente da nascondere.
Io almeno cerco di non vergognarmi di me stessa e spero di poter sempre camminare a testa alta, anche quando il mondo sembra voltarmi le spalle, voglio essere fedele in ciò che credo. 
Altrimenti che senso avrebbe la vita?

Wednesday, January 12, 2011

La vita è tutta una corsa, ma verso dove?

Una settimana fa a quest'ora era su un aereo che mi portava via da un paese meraviglioso, l'India! Molti mi hanno presa per matta quando ho detto che avrei trascorso li il mio ultimo dell'anno, neanche fossi partita per la guerra.
Tanta gente ha grandi pregiudizi verso questo paese, fatto di tante contraddizioni ma ricco di ospitalità e convivenza pacifica tra persone di varia cultura e religione. Un popolo buono!
La vita in Italia, o almeno nel ricco Nord-est è un'incessante corsa. Si corre per andare al lavoro, si corre per andare a scuola, in palestra, a fare la spesa, riordinare casa, non si ha mai tempo per noi, per guardarci dentro, nel profondo, non si ha tempo per gli amici, la famiglia, gli altri.
Cosa ci rimane? Nulla!
Le due settimane che ho trascorso tra Mumbay e Nashik, sono state un'iniezione di energia e aria nuova, ho riscoperto ritmi di vita più umani, la gioia di stare con gli amici, il silenzio, i colori e i sorrisi. Beh, forse non sarebbe per tutti così, ma per me lo è. Forse nelle mie vene scorre sangue indiano, chissà...
Quello che so per certo è che non mi riconosco nell'enorme frenesia in cui mi trovo ora. Giusto stasera il mio istruttore di palestra mi ha detto che gli piacerebbe andare al cinema, ma non ha tempo per farlo, troppe cose, troppi impegni... e il tempo per vivere? Con questo non voglio dire che lavorare è inutile, anzi è indispensabile,  
però dovremmo rendere tutto più a misura d'uomo, portare tutto a un livello più umano.

Saturday, January 8, 2011

THE PEARL

 Said one oyster to a neighbouring ayster:"I have a very great pain within me. It is heavy and round and I am in distress".
 And the other ayster replied with haughty compleance:"Praise be to the heavens and to the sea, I have no pain within me. I am well and whole both within and without."
 At that moment a crab was passing by and heard the two oysters, and he said to the one who was well and whole both within and without:"Yes, you are well and whole; but the pain that your neighbour bears is a pearl of exceeding beauty".
THE WANDERER - KAHIL GIBRAN