Una settimana fa a quest'ora era su un aereo che mi portava via da un paese meraviglioso, l'India! Molti mi hanno presa per matta quando ho detto che avrei trascorso li il mio ultimo dell'anno, neanche fossi partita per la guerra.
Tanta gente ha grandi pregiudizi verso questo paese, fatto di tante contraddizioni ma ricco di ospitalità e convivenza pacifica tra persone di varia cultura e religione. Un popolo buono!
La vita in Italia, o almeno nel ricco Nord-est è un'incessante corsa. Si corre per andare al lavoro, si corre per andare a scuola, in palestra, a fare la spesa, riordinare casa, non si ha mai tempo per noi, per guardarci dentro, nel profondo, non si ha tempo per gli amici, la famiglia, gli altri.
Cosa ci rimane? Nulla!
Le due settimane che ho trascorso tra Mumbay e Nashik, sono state un'iniezione di energia e aria nuova, ho riscoperto ritmi di vita più umani, la gioia di stare con gli amici, il silenzio, i colori e i sorrisi. Beh, forse non sarebbe per tutti così, ma per me lo è. Forse nelle mie vene scorre sangue indiano, chissà...
Quello che so per certo è che non mi riconosco nell'enorme frenesia in cui mi trovo ora. Giusto stasera il mio istruttore di palestra mi ha detto che gli piacerebbe andare al cinema, ma non ha tempo per farlo, troppe cose, troppi impegni... e il tempo per vivere? Con questo non voglio dire che lavorare è inutile, anzi è indispensabile,
però dovremmo rendere tutto più a misura d'uomo, portare tutto a un livello più umano.
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